“La manovra affossa ulteriormente l’auto”
Secondo i dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in luglio sono state immatricolate 137.442 autovetture con un calo del 10,7% sul già molto debole luglio 2010. Il dato sulle immatricolazioni di auto a luglio è molto importante non solo per il mercato dell’auto, ma anche perché è la prima indicazione statistica sull’economia reale dopo la manovra finanziaria.
La domanda di auto ha accusato fortemente la stangata contenuta nella manovra che ha aumentato ancora una volta le accise e ha introdotto superbolli mentre la propensione ad acquistare automobili era stata già pesantemente colpita dal caro-carburante, dagli aumenti di IPT e imposte sull’assicurazione e soprattutto dalla debolezza dell’economia reale e dalle preoccupazioni per il quadro finanziario italiano ed internazionale.
Il risultato di luglio è tanto basso da costringere a rivedere ancora una volta le previsioni per l’intera annata che si attestano ormai sicuramente al di sotto di 1.800.000 unità e, se poi si considerasse soltanto il risultato di luglio, scenderebbero addirittura al di sotto di 1.700.000. D’altra parte, in mancanza di interventi, non si vede come le vendite di auto possano risollevarsi dal livello infimo a cui sono cadute. Dall’inchiesta congiunturale di luglio del Centro Studi Promotor GL events emerge infatti che il 91% dei concessionari lamenta una bassa affluenza di acquirenti nei saloni di vendita e bassi livelli di acquisizioni di ordini, mentre il l’indicatore del clima di fiducia degli operatori del settore, già molto depresso, cala di quasi 4 punti.
Per far fronte alla situazione del mercato dell’auto, secondo gli operatori del settore interpellati dal Centro Studi Promotor GL events, occorre adottare provvedimenti urgenti di rilancio dell’economia. L’87% dei concessionari dichiara di preferire misure di questo tipo piuttosto che nuovi incentivi all’auto. D’altra parte è ormai facile prevedere che anche il dato sulla crescita del prodotto interno lordo, che verrà diffuso il 5 agosto, sarà negativo e se si considera che in entrambi i due trimestri precedenti vi è stata una crescita soltanto dello 0,1% si potrebbe configurare una nuova stagnazione che potrebbe lasciare spazio in tempi brevi ad una nuova caduta del Pil.
Anche dall’osservatorio del mercato dell’auto, che dispone di dati statistici in tempi più rapidi degli altri settori, appare dunque indifferibile quel forte segnale di discontinuità richiesto dalle associazioni rappresentative dei lavoratori e delle imprese (da Confidustria a Cgil; da Confcommercio a Cisl). Questo segnale va dato subito. A settembre potrebbe essere troppo tardi. Né si può pensare che chi ha alte responsabilità vada in vacanza mentre il Paese è sotto l’attacco dei mercati finanziari e la nostra economia rischia di scivolare in una nuova recessione dagli esiti imprevedibili.
Fonte: Centro Studi Promotor
01 Agosto 2011