Mercato auto Europa 2012: falsa partenza
Parte decisamente con il piede sbagliato il mercato europeo dell’auto. Nell’area UE27+ EFTA in gennaio sono state immatricolate 1.003.313 autovetture con un calo del 6,6% sullo stesso mese del 2011 e ciò nonostante che nella maggior parte dei paesi dell’area vi sia stato nel gennaio scorso un giorno lavorativo in più. A parità di giorni lavorati la contrazione si sarebbe attestata intorno all’11%. A rendere ancor più preoccupante il dato del gennaio scorso vi è poi il fatto che già nello scorso anno il mercato europeo era depresso e a ciò si aggiunge che le attese per i prossimi mesi non sono positive. Pesa sulla domanda di auto il peggioramento del quadro congiunturale dell’intera Europa e il calo della propensione all’acquisto di beni di consumo durevole.
Un ulteriore elemento di preoccupazione è poi il fatto che il peggioramento di gennaio è più forte nei cinque maggiori Paesi dell’area, che dovrebbero avere un ruolo trainante dell’intero mercato europeo. Nel complesso dei cinque maggiori Paesi in gennaio le immatricolazioni hanno fatto registrare un calo dell’8,9%, mentre nel complesso dei mercati minori si è registrato un calo contenuto nell’1,4%. Nel maggior dei cinque mercati più importanti, cioè in Germania, in gennaio si è registrato un calo limitato allo 0,4%, ma nell’intero 2011 vi era stata una crescita dell’8,8%. In Francia dopo un 2011 in lieve calo (-2,1%) in gennaio si registra un crollo del 20,7%. Nel Regno Unito, che aveva chiuso lo scorso anno con un bilancio delle immatricolazioni in calo del 4,4%, gennaio si attesta sugli stessi livelli del gennaio 2011. In Spagna nel mese scorso vi è stata una crescita del 2,5%, ma il 2011 si è chiuso con un calo del 17,7% e con volumi di immatricolazioni ritornati ai livelli del 1993.
Nel nostro Paese, infine, dopo un 2011 in calo del 10,9%, il 2012 apre in profondo rosso con una contrazione del 16,9%. Quattro forti fattori di freno penalizzano il mercato italiano: il caro carburanti, il caro assicurazioni, la fortissima pressione fiscale specifica sull’auto e il quadro congiunturale. Sui primi due fattori il Governo ha cercato di intervenire con il decreto liberalizzazioni, ma, ammesso che le misure adottate siano realmente efficaci per i consumatori, gli effetti non saranno a breve termine. Sulla tassazione specifica sull’auto non sembrano esservi margini di intervento, mentre il quadro economico resta fortemente preoccupante. Con il dato diffuso ieri dall’Istat sul Pil nell’ultimo trimestre del 2011 l’economia italiana è anche tecnicamente in recessione e di misure che possano avere effetti immediati sui consumi neppure si parla. Il mercato italiano dell’auto appare dunque in prognosi riservata e lo stesso si può dire del mercato europeo.
Fonte: Centro Studi Promotor
16 Febbraio 2012