Auto, in rosso novembre e la previsione 2013
Per il mercato dell’auto in novembre, invece dell’atteso primo segnale positivo, è arrivato un altro dato negativo. In novembre le immatricolazioni sono state 102.201 con un calo del 4,5% sullo stesso mese del 2012. L’entità del calo conferma sostanzialmente le ultime previsioni. Il 2013 chiuderà quindi probabilmente in rosso del 7,7% sul 2012 e del 48,1% sui livelli ante-crisi (2007).
Il dato di novembre è comunque coerente con il fatto che nel 2013 il tasso di caduta delle immatricolazioni è andato di mese in mese riducendosi. E’ stato proprio questo andamento a generare l’aspettativa di un primo segnale positivo. E’ possibile che questo segnale arrivi nei prossimi mesi. Questa ipotesi trova conforto anche nel fatto che dalle ultime inchieste congiunturali sul mercato dell’auto del Centro Studi Promotor scaturisce un quadro ancora profondamente negativo, ma con una certa attenuazione della negatività rispetto alla prima parte dell’anno. E ciò soprattutto per le prospettive a breve per la domanda. In giugno i concessionari che prevedevano a tre-quattro mesi vendite ancora in calo erano il 56%. In settembre la percentuale corrispondente si è ridotta al 38%. In novembre la quota dei pessimisti scende ancora e si porta al 29%, mentre il 71% prevede domanda stabile o in aumento.
Non ci si può comunque illudere che l’eventuale segnale di inversione di tendenza che potrebbe arrivare a breve sia in grado di portare le vendite del 2014 su livelli decisamente più elevati di quelli del 2013. Sono troppi infatti i fattori che ancora incidono negativamente sulla domanda di autovetture. In primis il quadro economico e poi, come più e più volte il Centro Studi Promotor ha segnalato, il caro-carburanti, il caro-assicurazioni, le difficoltà del credito, l’eccesso di tassazione specifica, la demonizzazione dell’automobile e la criminalizzazione degli automobilisti.
Quanto all’economia, il quadro è per molti aspetti speculare rispetto a quello del mercato dell’auto. Indicazioni che autorizzino a pensare a una ripresa degna di questo nome in tempi ragionevolmente brevi non ve ne sono. Il quadro statistico è ancora fortemente negativo. Secondo gli ultimi dati, le vendite del commercio al dettaglio sono in calo del 2,2% per gli alimentari e del 3,1% per i non alimentari. Il tasso di disoccupazione ad ottobre è al 12,5% con una punta del 41,2% per la disoccupazione giovanile. L’export è strozzato dal cambio dell’euro. L’import non tira perché il sistema non consuma né, tanto meno, investe. E sullo scenario dell’economia italiana, dopo il terzo calo consecutivo dell’indice dei prezzi al consumo registrato in novembre, incombe lo spettro della deflazione.
Nonostante tutto questo, qualche cosa sembra muoversi sul fronte dell’economia reale. Considerando sia gli indici dell’Istat che quelli del Centro Studi Confindustria, per la produzione industriale sembrerebbe in atto una ripresa nel secondo semestre del 2013 e a ciò si aggiunge che gli indicatori di fiducia Istat dei consumatori e delle imprese e l’indicatore CSP degli operatori del settore auto, sia pure con una battuta di arresto in ottobre, sono in ripresa da metà anno. Sulla base di questi elementi si può ritenere possibile che l’inversione di tendenza per la congiuntura economica italiana si manifesti a fine anno, come ipotizza il Ministro Saccomanni. Ma anche se così fosse, per l’economia come per il mercato dell’auto, vi sono nodi di fondo non sciolti che impediscono di pensare che possa verificarsi in tempi brevi una ripresa in grado di colmare una parte significativa del calo del Pil sui livelli ante-crisi.
In sintesi, l’analisi dei dati sull’auto e sul quadro economico suggeriscono che nel 2014 per la domanda di auto sia possibile un arresto della caduta, ma non ancora una significativa ripresa.
Fonte: Centro Studi Promotor
03 Dicembre 2013