Tregua nel crollo dell’auto, ma per la ripresa occorrono interventi del Governo
Per le immatricolazioni di autovetture in gennaio ci si attendeva una conferma del primo segnale positivo arrivato in dicembre. La conferma vi è stata. Le immatricolazioni nel mese scorso sono state infatti 117.802 con un incremento del 3,24% sullo stesso mese del 2013, che per la verità, fece registrare un risultato particolarmente depresso. La crescita del gennaio scorso è contenuta, ma occorre considerare che, rispetto al gennaio 2013, vi è stata una giornata lavorata in meno, che, in termini di immatricolazioni, vale circa un 4,5%. Il risultato di gennaio non deve comunque indurre a facili entusiasmi: in termini assoluti le vendite di autovetture restano sui livelli di fine anni ‘70.
Con il risultato di oggi vi è però una ragione per ritenere che la tendenza negativa dell’auto si sia invertita, ragione che si aggiunge ad altre tra cui in particolare il fatto che il clima di fiducia degli operatori del settore auto determinato dal Centro Studi Promotor, dopo aver toccato un minimo nel giugno 2013, è in costante ripresa e nel gennaio scorso è aumentato di 6 punti netti. Ciò coerentemente con migliori giudizi da parte dei concessionari sulla raccolta di ordini che in gennaio è stata alta o normale per il 47% dei concessionari contro il 35% di dicembre e il 14% di giugno. Si deve comunque ritenere che l’inversione di tendenza per l’auto sia essenzialmente un rimbalzo tecnico dovuto al fatto che sono stati raggiunti livelli di vendite incomprimibili e quindi una parte della domanda di sostituzione, forzatamente rinviata negli ultimi anni, incomincia a scaricarsi sul mercato. La spiegazione dell’inversione di tendenza non può essere infatti identificata nell’azione del Governo che non ha assunto alcun provvedimento per sostenere il mercato dell’auto e in particolare non ha attenuato il prelievo fiscale sulla motorizzazione. Qualche speranza negli operatori era sorta con la costituzione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico della Consulta per l’auto. Si tratta di uno dei 161 tavoli istituiti dal Ministero, ma probabilmente questo tavolo, aperto il 24 ottobre, è stato già chiuso visto che non ha prodotto niente.
Il quadro del settore auto è sostanzialmente coerente con quello dell’economia. La caduta del prodotto interno lordo si è arrestata nel terzo trimestre 2013 ed è assai probabile che il 14 febbraio, quando l’Istat comunicherà la prima stima del Pil nel quarto trimestre 2013, si registrerà una crescita. L’inversione di tendenza, anche in questo caso, rischia però di rivelarsi nel giro di qualche mese soltanto un rimbalzo tecnico se non verranno presi provvedimenti per avviare una vera ripresa in coerenza con il fatto che nonostante la modesta crescita del Pil, resta fortemente negativa la maggior parte dei dati sull’economia: il tasso di disoccupazione in dicembre ha toccato il 12,7%, i consumi sono in forte calo, la dinamica dei prezzi si è fatta particolarmente lenta con il grave pericolo che il nostro sistema entri in deflazione. Secondo il Centro Studi Promotor è evidente, per il mercato dell’auto come per l’economia, che per fare dell’attuale tregua della crisi l’anticamera della ripresa occorre una politica che rilanci i consumi dando nuove risorse alle fasce di popolazione con redditi bassi e medio-bassi e, per quanto riguarda l’auto, riduca in maniera sensibile l’impatto dei principali fattori di freno della domanda che sono, oltre al quadro economico, il caro-assicurazioni, il caro-carburanti, le difficoltà del credito e soprattutto l’eccesso di tassazione.
Fonte: Centro Studi Promotor
03 Febbraio 2014