Il mercato europeo regge bene alla “demonizzazione del diesel”
Giugno positivo per il mercato dell’auto dell’Unione Europea e dell’Efta. Nel complesso delle due aree sono state immatricolate 1.618.985 autovetture con un incremento del 5,1%. Da segnalare che questo risultato importante è stato ottenuto nonostante che in molti mercati nazionali si sia prodotta una situazione di incertezza tra il pubblico determinata dalle notizie su limitazioni alla circolazione delle auto diesel già adottate o in cantiere.
Positivo anche il bilancio del primo semestre dell’anno che chiude con 8.695.785 autovetture e con una crescita sullo stesso periodo dell’anno precedente del 2,8%, crescita non elevata ma con basi solide in quanto dei 30 paesi dell’area UE+Efta ben 22 sono in crescita. Nel complesso - secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - il mercato europeo dell’auto gode di buona salute e sta assorbendo senza eccessivi contraccolpi gli effetti della messa in stato d’accusa del diesel anche per interessi diversi da quelli dell’ecologia. Gli automobilisti si stanno rivelando più saggi dei governanti nazionali e locali e gestiscono la pretesa “emergenza diesel” con saggezza.
Venendo all’analisi per paesi, i dati diffusi oggi dall’Acea confermano l’importanza dei cinque maggiori mercati che insieme assorbono il 71,3% delle immatricolazioni dell’area. Tra questi mercati tre sono in crescita, uno è in calo e uno è in sostanziale stallo. In crescita appare il maggior mercato dell’auto, quello della Germania (+4,2% in giugno; +2,9% nel primo semestre).
Il tasso di sviluppo delle vendite nel semestre non è elevato, ma non è certo trascurabile, se si considera il fatto che la “demonizzazione del diesel” sta avendo effetti particolarmente rilevanti in Germania. Nel primo semestre dell’anno le vetture con questo tipo di alimentazione hanno infatti fatto registrare un calo del 20%, più che compensato da acquisti di altri tipi di auto. In crescita è anche il mercato della Francia che in giugno mette a segno un incremento del 9,2% e che chiude il primo semestre con un +4,7%.
Il mercato più effervescente tra i cinque maggiori è però quello della Spagna che fa registrare incrementi dell’8% in giugno e del 10,1% nel primo semestre con crescite che riguardano tutti i canali di vendita e che sono particolarmente significative per il mercato dell’auto aziendale. Le immatricolazioni in Spagna sono ancora molto lontane dai livelli ante-crisi, ma la velocità di recupero del terreno perduto appare in accelerazione per effetto di tassi di crescita dell’economia quasi doppi rispetto a quelli dell’Italia. Il Regno Unito è il mercato in calo (-3,5% in giugno; -6,3% nel semestre), ma i livelli di immatricolazioni sono in assoluto elevati in quanto, dopo il record toccato nel 2016, il mercato è stato interessato da una fase di assestamento e da interventi di carattere fiscale che non hanno favorito la domanda. L’Italia, infine, con un calo del 7,3% in giugno e dell’1,4% nel primo semestre sta vivendo una fase di consolidamento dopo tre anni di crescita sostenuta e in vista di un nuovo balzo verso i livelli ante-crisi atteso per il 2019.
Fonte: Centro Studi Promotor
17 Luglio 2018