L’effetto pandemia aumenta il divario dell’Italia rispetto alle altre economie avanzate
La robusta crescita congiunturale del Pil nel terzo trimestre del 2020 (+16%) si è interrotta per il ritorno del virus. Il quarto trimestre accusa infatti un calo del 2% sul trimestre precedente e del 6,6% rispetto al quarto trimestre 2019. Nell’intero 2020 – secondo le stime diffuse oggi – il Pil italiano accusa quindi un calo dell’8,9%, come l’Istat aveva da tempo previsto. Rispetto agli altri grandi paesi dell’Unione Europea, l’Italia fa meglio della Spagna che chiude il 2020 con un calo dell’11%, ma peggio della Francia (-8,3%) e soprattutto peggio della Germania (-5,3%).
“Come mostra chiaramente il grafico qui sotto – ha commentato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - il Pil italiano prima della pandemia (contrariamente a quello di tutte le altre grandi economie avanzate) non aveva ancora recuperato il livello del 2007, cioè il livello precedente la crisi dei mutui subprime. Il Pil del 2019 infatti accusava ancora un calo sul 2007 del 3,8%. Con la pandemia il Pil italiano nel 2020 ha portato questo calo al 12,3%. Il Recovery Fund deve essere per l’Italia l’occasione per recuperare oltre che gli effetti della pandemia anche quelli della crisi dei mutui subprime e fermare così il declino economico dell’Italia. Perdere questo treno vorrebbe dire per noi allontanarsi sempre di più dalle economie avanzate dell’Europa e del mondo”.
Fonte: Centro Studi Promotor
02 Febbraio 2021