La crisi dell’auto elettrica affonda il mercato
Crollano in agosto le immatricolazioni in Europa Occidentale (-16,5%)
Le immatricolazioni di autovetture in Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) hanno fatto registrare in agosto un calo del 16,5% rispetto ad agosto 2023 e un calo del 29,6% rispetto ad agosto 2019, cioè rispetto al livello precedente la crisi innescata dalla pandemia. Ancora peggiore è la situazione se si considera la sola Unione Europea, cioè l’Europa Occidentale senza Regno Unito, Islanda, Norvegia e Svizzera. Nell’Unione Europea, infatti, il calo di agosto è del 18,3% sull’agosto 2023 e del 32,2% sull’agosto 2019.
La frenata di agosto ridimensiona notevolmente anche il bilancio dei primi otto mesi dell’anno che mantiene soltanto un lievissimo margine rispetto al 2023 (+1,7% per l’Europa Occidentale e +1,4% per l’Unione Europea). Non vi è invece alcun margine rispetto ai livelli ante-crisi perché il consuntivo dei primi otto mesi, rispetto allo stesso periodo del 2019, accusa un calo del 20% per l’Europa Occidentale e del 20,2% per l’Unione Europea.
Tornando alla situazione dell’agosto scorso, risultati particolarmente negativi sono quelli del maggior mercato dell’area, quello della Germania, che su agosto 2023 accusa un calo del 27,8%, seguito da quelli della Francia (-24,3%) e dell’Italia (-13,4%), mentre più contenute sono le contrazioni degli altri due maggior mercati (-1,3% per il Regno Unito e -6,5% per la Spagna).
La causa principale del crollo di agosto è da ricercarsi nella crisi dell’auto elettrica (BEV). In agosto nell’intera Europa Occidentale le immatricolazioni di auto elettriche accusano un calo del 36%, mentre considerando solo l’Unione Europea la contrazione è addirittura del 43,9% con cali del 68,8% in Germania, del 40,9% in Italia, del 33,1% in Francia e del 24,8% in Spagna, mentre il Regno Unito fa registrare una crescita (+10,8%) dovuta a forti sconti praticati dai concessionari per smaltire le giacenze di auto elettriche invendute.
E’ del tutto evidente, sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, che, come da più parti viene richiesto, è assolutamente urgente che l’Unione Europea riveda la sua politica per la transizione energetica che è una causa tutt’altro che secondaria del fatto che, pur in presenza di un pieno recupero del calo del prodotto interno lordo generato dalla pandemia e dalle altre circostanze negative che l’hanno seguita, il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale e in particolare quello dell’Unione Europea si è attestato intorno all’80% dei livelli ante-crisi con conseguenze fortemente negative per l’industria dell’auto europea, che è, tra l’altro, fortemente insidiata dalla concorrenza cinese che tende a conquistare quote sempre più importanti delle immatricolazioni in Europa.
Fonte: Centro Studi Promotor
19 Settembre 2024